16 March 2009

Albany senza bellezza


Seduta nell'autogrill dell'anima, guardo Albany senza bellezza.

Le pause necessarie per prendere una giusta direzione diventano luoghi sicuri ed insonorizzati, in cui fermarsi è comodo e senza impegno.

Come le rate s'insinuano presto nella vita di chi si finge benestante,
così le lunghe pause del pensiero s'infiltrano nei luoghi più bui della tua volontà.

E ti ritrovi ancora fermo,
ancora lì, ancora ad Albany,
che senza gioia, né dolore,
ti appaga,
annullando l'inquietudine della scelta.


Non devi far altro che attendere,
immobilizzare battito e respiro
e allinearti nelle code dei senzanome che compongono questa stazione.

E la sua non bellezza ti si spargerà addosso
come polvere di soffitta, come gocce di doccia,
come sabbia mossa dal vento.

Non bella e non viva, ho aspettato due mesi.
Tutto il tempo di distruggere volontà ed autostima.

Ma Albany mi ha sputato ora su un pullman carico di sonno e d'odori
e la scelta del posto a sedere mi ha logorato il pensiero.

Peccato, mi mancherà il sentimento di resa
di chi ha stabilito che non ce la farà.





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