17 June 2010

Corrispondenze 1


3 dicembre 2008

Mi amigo,

le cose che s'impongono per rarità
in ciò che chiamiamo vita

[considerando vita il lavoro che ci tiene sazi e spenti
la fretta nei saluti
le convenzioni
e la rassegnazione dei sogni]

vanno strette forte
lasciando il segno delle unghie

ci potremmo interrogare senza riposo
sulla nostra inadeguatezza nei confronti del raro

o potremmo idolatrare il caso che in quel punto ci ha condotti

nel luogo in cui meno coraggio si sarebbe trasformato
nell'appagante sensazione di avere maggiori libertà

ma il raro ci ha attraversato
e non esiste libertà maggiore del concedersi generosamente


[ma non dire che ho detto di aver pensato alla morale

perché nulla di morale c'è nell'esistenza umana

è solo la paura che mi fa parlare così]



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