24 May 2009

Il segreto del cercare è che non si trova

Video intervista, curata da Cristina Locatelli e la sottoscritta, al regista e compositore Massimo Munaro, Teatro del Lemming. I testi sono tratti da "Teatro del Lemming" di Marco Berisso e Franco Vazzoler e le musiche sono di Massimo Munaro. Il video è stato proiettato in Sala Conferenze del Mart durante il forum "Neuroscienze e teatro: la percezione dell'altro nell'esperienza estetica" nel giugno 2007.

Ecco una sintetica descrizione degli argomenti trattati durante il forum:

La rappresentazione teatrale implica per sua natura la presenza dello spettatore. Questa presenza è passiva o partecipa ad un rito di creazione collettiva? Attraverso l'analisi del legame tra movimento, spazio e percezione, la ricerca, sia in campo scientifico che artistico, s'interroga sul valore cognitivo della mimesi e su come l'alterazione dell'ambiente circostante possa variare tale percezione. Quanto la recente scoperta del sistema mirror può chiarire i principi d'immediata condivisione su cui si fonda il teatro?




“Ecco che dal cerchio compatto dei costumi e dei riti religiosi, delle cerimonie e delle attività ludiche, è uscito QUALCUNO che aveva appena preso la decisione temeraria di staccarsi dalla comunità culturale.
A muoverlo non erano né l’orgoglio [...] né il desiderio di attirarsi l’attenzione generale [...]. La posta doveva essere più alta, una COMUNICAZIONE di capitale importanza [...].
DI FRONTE a quelli che erano rimasti da una parte, si è alzato un UOMO PERFETTAMENTE simile a ciascuno di loro e tuttavia (in forza di qualche “operazione” misteriosa e mirabile) infinitamente LONTANO, terribilmente ESTRANEO, come abitato dalla morte, separato da loro da una BARRIERA che, pur essendo invisibile, non era perciò meno spaventosa e inconcepibile, tale che il suo vero senso e L’ORRORE non possono rivelarsi che nel SOGNO.
Così nella luce accecante di un lampo scorsero improvvisamente L’IMMAGINE DELL’UOMO, chiassosa, tragicamente clownesca, come se lo vedessero per la PRIMA VOLTA, come se avessero appena visto SE STESSI. Fu certamente un’impressione che si potrebbe definire metafisica.

Tadeusz Kantor

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