20 February 2009

Mi stanno grattuggiando il cielo
















Ricordo
i momenti d'incontinenza fotografica
per fermare ogni passaggio di spensieratezza.
Tanto che ora mi dico che tutto ciò è perso
e non lo riabbraccerò più.
Ma ho almeno immagini in cui sprofondare
e vissuti da immaginare.

Ora, invece, vado in giro con gli occhi chiusi e le unghie mangiate

perché anche il respiro mi fa venire fame.
Di gente che mi guarda e mi tocca.
Di occhi che s'intrecciano senza chiedersi scusa.

L'allontanamento, certo, ti regala l'anonimato.
E quella soglia elettrizzante tra essere tutto ed essere niente
mi spinge nella folla senza nome
per mettermi in fila per uno in attesa dell'autobus.

Chiudo ormai ogni orifizio
per non ricevere, né dare.
Tengo stretto il sapore del sale incrostato nei capelli
perché è l'unico che mi restituisce dignità.

Mi stanno grattugiando tutto il cielo, questi maledetti.
Cade giù giorno dopo giorno.
Vogliono finirlo, rubarmelo fino all'ultimo pezzetto,
che si deposita mortificato in terra.

Ed io, vigliacca, non ho fatto nulla per salvarlo.
Anzi, fingendo di non riconoscerlo,
ci cammino sopra con noncuranza
per convincermi che io qui, ci sono nata.


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